a cura di Matteo Ghiringhelli FT DO

Tra le tecniche manipolative osteopatiche strutturali, le HVLA (high-velocity low-amplitude) sono molto studiate e conosciute.

Soffermiamo la nostra attenzione in questo articolo in queste tecniche di manipolazione vertebrale a bassa ampiezza e alta velocità, appunto, dette anche tecniche thrust.

Tecniche manipolative di un osteopata

Gli studi pubblicati in bibliografia sono molti, ma nonostante i numerosi dati, ancora oggi non si capisce definitivamente cosa succeda a livello anatomico, tra le ipotesi ricordiamo:

1971 – Unsworth e altri dopo aver preso le immagini radiografiche delle articolazioni metacarpofalangee prima e dopo le manipolazioni in trazione, descrivono un rapido aumento del volume articolare, essi ipotizzarono una diminuzione della pressione parziale intraarticolare.

1995 – Brodeur propose che il processo di cavitazione fosse generato da un rinculo elastico della capsula sinoviale durante la manipolazione

2015 – Kawchuck e altri hanno usato la risonanza magnetica in tempo reale per investigare il meccanismo dello schiocco udibile durante le manipolazioni in distrazione delle articolazioni metacarpofalangee: le immagini in risonanza magnetica hanno rivelato che l’inizio della cavitazione avveniva contemporaneamente alla separazione articolare e alla produzione del suono. Questi risultati offrono prove sperimentali del fatto che il popping durante la manipolazione con tecniche thrust sono associati alla nascita della cavitazione.

Sebbene ci sia stato un conflitto riguardo ai meccanismi responsabili dei suoni
schioccanti durante la manipolazione spinale, vi è accordo sul fatto che un periodo refrattario di 15-30 minuti segue la cavitazione dell’articolazione metacarpofalangea. Il periodo refrattario si crede sia dovuto alla presenza di un nucleo gassoso collassato o di microbolle nel liquido sinoviale che deve essere riassorbito nell’articolazione, un fenomeno che è accompagnato da un aumento dello spazio articolare post-cavitazione a riposo (ovvero una diminuzione della densità intrarticolare), che impedisce una nuova cavitazione per almeno 15 minuti.

2003 – Cascioli et al. hanno usato la TAC e le radiografie per verificare se il volume o la densità delle faccette articolari fosse cambiato in 4 scenari: premanipolazione, premanipolazione in trazione, post manipolazione e post manipolazione in trazione. È importante sottolineare che non hanno riportato cambiamenti nello spazio articolare tra le faccette vertebrali e non vi è stata evidenza di gas intraarticolare subito dopo la manipolazione ad alta velocità e bassa ampiezza.

Successivamente, durante il thrust lombare, Cramer et altri trovarono un maggiore divario delle faccette articolari che era accompagnato da scrosci udibili che potevano supportare la teoria della cavitazione; tuttavia, non è stata condotta alcuna indagine sulla presenza di bolle gassose intra-articolari, come è stato precedentemente riportato nelle articolazioni metacarpofalangee.

Scrosci udibili durante manovre osteopata

Gli ultimi studi risalgono al 2017: Dunning e altri hanno effettuato uno studio il cui scopo principale era quello di determinare quale lato della colonna vertebrale cavitasse durante la manipolazione con tecnica thrust della cerniera cervico-toracica, attraverso accelerometri e microfoni.

Gli scopi secondari erano di calcolare il numero medio di cavitazioni, la durata della manipolazione ad alta velocità e bassa ampiezza e la durata di una singola cavitazione.

Questi studi hanno dimostrato che:

  1. Era significativamente più probabile che la cavitazione si verificasse unilateralmente, e sul lato controlaterale al contatto dell’applicatore.
  2. Gli operatori dovrebbero aspettarsi suoni di cavitazione multipli quando si esegue il thrust.

A causa della presenza di impulsi di energia a più picchi e suoni di frequenze multiple, l’ipotesi di cavitazione (cioè collasso di bolle di gas intra-articolari) da sola sembra incapace di spiegare tutti i suoni udibili durante la manipolazione, e rimane la possibilità che più fenomeni potrebbero accadere contemporaneamente.

Indipendentemente da quello che possa succedere a livello anatomico, i vari studi hanno portato l’evidenza che la tecnica thrust ha un effetto sia locale che periferico

Nell’articolo “effetti della manipolazione thrust cervicale ad alta velocità sull’attività elettromiografica a riposo del muscolo bicipite” Dunning e Rushton hanno dimostrato l’effetto eccitatorio con una maggiore attività elettromiografica del bicipite, questo avveniva sia nei pazienti in cui avveniva la cavitazione, che in quelli in cui non avveniva.

Il limite delle tecniche HVLA, come dimostrano gli studi, è che l’effetto della cavitazione dopo 15/30 minuti, tende a svanire.

Allora perchè utilizzarle?

Nel trattamento manipolativo osteopatico, l’utilizzo di una sola tecnica è limitante, è ovvio che la tecnica thrust va integrata in un trattamento completo, abbinata a esercizi specifici e/o ad esempio, alll’utilizzo di tecniche viscerali, fasciali e cranio-sacrali.

Ha quindi senso utilizzarle per ottenere un effetto di “agio” a livello articolare, prima di altre tecniche o a fine trattamento, in base al disturbo e al tipo di paziente.

L’impostazione di un trattamento sulla sola tecnica thrust fine a se stessa ha poco senso.

References
https://osteopractor.wordpress.com/2016/06/21/audible-popping-during-spinal-manipulation-plausible-mechanisms-and-clinical-relevance/
https://spinalmanipulation.org/wp-content/uploads/2017/07/dunning-rushton-2009-manual-therapy.pdf
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29037630
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28900571